a c q u a c l a v d i a

Chi costruì la Domus?

Contrariamente a quanto si è pensato per lungo tempo, il nome "Acqua Claudia" non deriva dall'imperatore Claudio. La sua origine è legata all'antica via consolare Clodia, costruita circa ottant'anni prima del regno di Claudio, che permetteva di raggiungere il complesso romano attraverso un diverticolo stradale.

Ma chi ha costruito questo magnifico complesso?

In assenza di scavi sistematici, documenti e testimonianze storiche, le ipotesi si basano su congetture e le poche prove archeologiche rinvenute.
Nella seconda metà del XIX sec. venne rinvenuto un frammento di lastra marmorea risalente all'inizio dell'età augustea (27/25 a.C.) che ha fornito un indizio chiave.

L'iscrizione, seppur frammentaria, riporta la parola "CORNELIO - FA", indicando la gens Cornelia come proprietaria del complesso.

Tra i membri della gens Cornelia attivi all'epoca della costruzione, Lucio Cornelio Balbo il Maggiore emerge come possibile costruttore.

Perché propendere per questa attribuzione? Nato a Cadice intorno al 100 a.C., Lucio Cornelio Balbo, detto "Maior", intrecciò la sua vita con alcuni dei più grandi personaggi della Roma antica.

Conobbe Giulio Cesare durante la sua missione in Spagna, stringendo con lui un legame che lo portò a seguirlo a Roma. Qui, Balbo si guadagnò l'amicizia di Pompeo, ottenendo la cittadinanza romana come ricompensa per il suo supporto nella guerra contro Sertorio.

La sua influenza politica crebbe rapidamente, ricoprendo la carica di "praefectus fabrum" (ufficiale del genio) al fianco di Cesare e, in seguito, di Ottaviano. Nel 40 a.C., Balbo raggiunse l'apice della sua carriera divenendo console.

Amico e consigliere di Cesare, a lui è dedicato l'ottavo libro del "De bello Gallico". Balbo è inoltre considerato l'autore del "Bellum Hispaniense", un resoconto della guerra civile in Spagna.

In quel periodo, Pompeo, grande generale e politico romano, completò nel 55 a.C. la costruzione del primo teatro stabile in muratura di Roma, aggirando la legge romana che ne impediva la costruzione. Pompeo venne considerato così il precursore di una nuova forma architettonica.

Cornelio Balbo visse in prima persona questa esperienza. Infatti a Cadice, sua città natale, è stato rinvenuto un teatro a lui attribuito.
L’ispirazione data dall’architettura teatrale è evidente nell'esedra del complesso dell'Acqua Claudia.

L'esedra è formata da una serie di nicchie semicircolari scandite da semicolonne in muratura, un tempo sormontate da un secondo piano decorato da colonne in travertino. La corda di 87 metri dell'emiciclo conferisce al complesso una grandiosità scenografica senza precedenti per una struttura privata suburbana. Intorno al 30 a.C. venne completata la costruzione.

L'attribuzione del complesso dell'Acqua Claudia a Lucio Cornelio Balbo Maggiore potrebbe rivelare un altro enigma legato al ritrovamento del Tesoro di Vicarello nel 1852 presso le Aquae Apollinares Novae sulle sponde del Lago di Bracciano. Tra gli oggetti rinvenuti, quattro bicchieri d'argento con inciso l'itinerario gaditanum (il percorso terreste da Cadice a Roma), non correlati ad Apollo e fuori dal percorso della via Flaminia.

Escludendo le ipotesi precedenti degli studiosi, la presenza dei bicchieri potrebbe collegarsi all'origine spagnola di Lucio Cornelio Balbo Maggiore e di suo nipote, giustificando la loro presenza a Vicarello e confermando la presenza di importanti figure della gens Cornelia nel territorio sabatino.